Nuova occupazione in mare con la flotta in crescita di superyacht
L’equipaggio “mondiale” è in rotta verso quota 100 mila; si temono difficoltà a reperire risorse qualificate in futuro
Più barche = più equipaggi.
Il ragionamento è abbastanza semplice e in effetti non fa una grinza, perché lo scenario globale del mercato sarà proprio così.
Il progressivo aumento della flotta mondiale di superyacht in circolazione porterà inevitabilmente, e fortunatamente, all’incremento del numero di persone che lavoreranno a bordo. Ma di quanto?
A fare due conti ci ha pensato Boat International in un’analisi del mercato del lavoro per gli equipaggi che ha come base i numeri del Global Order Book del 2021.
Secondo questi dati il numero di superyacht in costruzione o ordinati l’anno scorso è stato pari a 1.024, un aumento di quasi il 25% rispetto agli 821 del 2020.
Immediatamente dopo la consegna, questi yacht avranno bisogno di equipaggi per la loro gestione operativa: il numero di questi lavoratori è stimato fra i 6.100 e i 10.400 entro i prossimi quattro-cinque anni.
Se contiamo che, secondo Boat Pro Data, il numero attuale di persone che lavorano a bordo è attualmente tra 46.800 e 87.700 la somma è presto fatta e si avvicina appunto a quota 100 mila “marinai”.
Ottime notizie per chi cerca occupazione nella nautica di lusso, quindi, ma anche qualche dubbio circa la capacità del settore di soddisfare questo bisogno di professionalità spesso difficili da reperire, specie se qualificate.
Secondo alcuni esperti, nel breve questo aumento di domanda si tradurrà in stipendi più alti e un aumento delle rotazioni degli equipaggi: oltre a chi si avvicina per la prima volta allo yachting, la richiesta di lavoro porterà anche molti professionisti a tornare nel settore che magari hanno precedentemente abbandonato, a causa ad esempio di criticità come il poco tempo libero.
In Gran Bretagna si è già registrato un forte interesse per i corsi di formazione specifici: per esempio la UKSA-United Kingdom Sailing Academy ha registrato un +108% di iscrizioni per i suoi corsi di ospitalità nello yachting, con un’età media di partecipanti che è scesa dai 31 anni del 2015 ai soli 22 dell’anno scorso.
Secondo i responsabili del centro questo fenomeno è dovuto sia all’impennata dell’attrattività di un lavoro che, anche nella pandemia, permette di vivere all’aria aperta, sia al desiderio di trovare soluzioni alternative all’università e “vedere il mondo”.
Da bordo di uno yacht questo è sicuramente possibile, e probabilmente più bello.
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