Il subentro di Tankoa Yachts nel cantiere Privilege di Civitavecchia appare sempre più complicato
Il termine fissato dalla port authority al 31 gennaio per evitare la decadenza della concessione è passato
Dal 31 gennaio è già passata praticamente una settimana e sulla possibilità di subentro di Tankoa Yachts nella concessione dell’ex cantiere navale Privilege a Civitavecchia sono molti più i silenzi e i sospetti che le ossibilità di vedersi concretizzare nel breve periodo il rilancio dell’area.
La locale Autorità di sistema portuale dallo scorso autunno aveva posto come scadenza il 31 gennaio 2022 per riattivare il lavoro; in alternativa avrebbe proceduto con l’avvio dell’iter di decadenza della concessione. Nelle ultime settimane dell’anno si è fatta viva la società genvoese Tankoa Yachts che ha informato la port authority delle proprie intenzioni di subentrare e rilanciare l’attività visto che ilboom di nuovi ordini le impone d trovare nuove superfici dove costruire maxi yacht.
Questo interesse, riconfermato ancora nelle ultime settimane a SUPER YACHT 24, si scontra però con una situazione di palese difficoltà a trovare una quadra tra le varie parti coinvolte: da un lato la port authority guidata dal presidente Pino Musolino che ufficialmente ha detto di non voler comunicare nulla se non per esprimersi definitivamente sulla questione, dall’altro Tankoa Yachts che non vedrebbe l’ora di poter rilevare quel cantiere, mentre il vero protagonista di tutta la vicenda è il gruppo Konig-Royalton che a questo punto sembra destinato a vedersi ritirare la concessione su un’area da oltre 100.000 metri quadrati. A complicare il tutto c’è una particolare destinazione d’uso alla base della concessione rilasciata al cantiere Privilege e un Piano Regolatore Portuale che in quei metri quadrati non prevedrebbe attività di cantieristica navale. Completa il quadro il pressing degli industriali e di altri stakeholder locali che chiedono di non perdere l’opportunità di affidare il cantiere a investitori che garantirebbero lavoro sia nelle costruzioni di super yacht che nel refit.
Lo scorso ottobre Musolino aveva detto: “È arrivato il momento di prendere decisioni concrete anche per quanto riguarda questa vicenda. Le aree e i manufatti in concessione sono di altissimo pregio e con enorme potenziale di sfruttamento economico per svariate possibili attività relative alla logistica, oltre che alla cantieristica e non è possibile, né accettabile, che tali aree rimangano inattive e improduttive. […] Ora ritengo che nell’interesse pubblico, l’Adsp che rappresento abbia non solo il diritto, ma il dovere di procedere a riacquisire quelle aree e quel compendio per sfruttarne il grande potenziale”.
Leggendo il bilancio 2020 (perdita di circa 700mila euro), che la società viareggina, controllata dalla maltese Royal Investment Ltd (che ha nel frattempo accettato le dimissioni dell’amministratore Alfredo Longo, scegliendo al suo posto i greci Konstantinos Morfovasilis e Ioannis Tsakiris) pare che Royal Konig possa vendere cara la pelle. Più volte nel bilancio, infatti, si segnala come, ottenuto nel febbraio 2020 il subentro a Privilege, solo alla fine di settembre 2020 “la società sia entrata nel pieno ed esclusivo possesso dell’area del cantiere” a seguito “della rimozione di un grosso travel lift che rendeva buona parte del cantiere inaccessibile”. A giustificare il ritardo nell’avvio delle attività inoltre il bilancio segnala che la “società ha dovuto attendere l’8 marzo 2021 per entrare in possesso della titolarità degli impianti fotovoltaici installati sui fabbricati di nostra proprietà”. E che si sono riscontrati “rilevanti irregolarità nel progetto originario della nave Privilege One P43 (il completamento della cui realizzazione era fra gli accordi per il subentro di Konig, ndr), costringendola a investire tempo e risorse nella correzione e modifica del progetto per adeguarlo alle richieste del nuovo acquirente oltre che alle norme e ai regolamenti applicabili”.
Nessuno dei protagonisti parla volentieri della vicenda, tutti sperano che si possa risolvere nel prossimo futuro anche se la sensazione è quella che alla base del confronto, se davvero un confronto è in atto fra le parti coinvolte, manchi la volontà comune di rilanciare il cantiere privilege o comunque l’attività di costruzione navale in quel piazzale del porto di Civitavecchia. Le settimane passano e fra pochi giorni dicharazioni e comunicazioni ufficiali sull’evoluzione della vicenda dovranno arrivare da parte dei protagonisti. Al momento di certo c’è solo il fatto che la scadenza per la revoca della concessione fissata al 31 gennaio è passata.
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